Fly-Out Santa Claus 2014

 

Diversi impegni famigliari ci hanno impedito durante la passata estate di effettuare il tradizionale flyout estivo, il quale rappresenta l'apice della nostra attività aeronautica. Si voleva quindi organizzare un'uscita prima della conclusione del 2014. Il mese di dicembre è un mese lavorativo molto intenso. Abbiamo allora deciso di sfruttare la festa dell'Immacolata ed un week end lungo per racimolare cinque giorni e metterli a disposizione del nostro hobby. Non male, ma ancora troppo pochi per un volo al caldo verso l'Africa. Perché non provare allora un'uscita controcorrente ed andare verso nord? Conosciamo bene la Scandinavia da precedenti voli estiva ma ci attira l'idea di visitarla in pieno inverno. Con un po’ di fortuna riusciremo magari a vedere l'aurora boreale.
Per sperare di vederla dobbiamo però spingerci fino al Circolo Polare artico. In questo periodo dell'anno significa andare verso la notte perenne. Poiché si avvicina Natale andremo dunque a fare visita a Santa Claus. Egli vive in Lapponia, a nord di Rovaniemi, in un paese di nome Saariselkä. Ed è quindi là che vogliamo andare. Il viaggio ė lungo e faremo tappa per la prima notte a Stoccolma, la capitale svedese che si trova proprio sulla rotta.

 

Lugano-Rostock-Laage (ETNL)-Stoccolma (ESSB)

Il mattino della partenza il tempo a Lugano è uggioso come spesso abbiamo vissuto in questo autunno, però non piove. La visibilità di 4 chilometri non disturba il nostro decollo. Il volo verso Rostock si svolge tranquillo. Il top delle nubi oltre FL200 ė più alto del previsto ma incontriamo solo tracce di ghiaccio. L'avvicinamento non pone problemi, nemmeno il vento teso ma costante, ma che invece si presenta gelido quando scendiamo a terra. Nonostante ci copriamo subito, vengo scosso da violente scosse di tremito. Mi riparo nuovamente in aereo mentre Gianmaria stoicamente affronta il rifornimento. Non sono le premesse migliori per un volo natalizio in Scandinavia e, mentre penso questo, scorgo un istruttore di volo in manica di camicia che si avvicina al suo aereo in compagnia di un allievo. Sono proprio un'altra razza.
Mangiamo qualcosa e poco dopo siamo già in aria alla volta di Stoccolma. Sarà il primo dei voli “on top” che caratterizzeranno tutto questo Flyout. 
 

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Poca visibilità al mattino della partenza, ma almeno non piove

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Sopra il lago dei Quattro Cantoni. Sono le ultime montagne che vedremo fino al ritorno

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Il fenomeno della nebbia alta visto da sopra

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In finale a Laage. A sinistra le infrastrutture militari, a destra quelle civili

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La torre di controllo gestita dai militari. Prima di noi decollano due Eurofighters

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Gianmaria sfida il freddo e il vento. Io resto in aereo.

L'alta pressione invernale provoca un’inversione termica a bassa quota formando uno strato di nubi basso con top sotto i 6000 piedi. Dalla Germania ininterrottamente fino nel nord della Scandinavia. Ore e ore di volo nel cielo e nel sole al di sopra di un tappeto bianco e compatto, senza che una sola montagna lo perfori per migliaia e migliaia di chilometri.
Sono le tre del pomeriggio mentre ci avviciniamo a Stoccolma ed il sole è insolitamente basso alla nostra sinistra. La nubi sotto sono già in ombra. Ci prepariamo per l'avvicinamento a Bromma, l'aeroporto dell'aviazione generale di Stoccolma, situato praticamente in città. L'ATIS riporta 6 km di visibilità ed un broken a 3400'. Nulla di particolare se non che quando sbuchiamo sotto le nubi è buio pesto. Realizziamo per la prima volta quanto siano corte le giornate in inverno a queste latitudini. Il servizio a terra è efficientissimo e raggiungiamo l'uscita in un attimo.

 

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Nuvole e ancora nuvole. Siamo sopra Copenhagen.

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Dobbiamo credere al moving map e immaginarci la città

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A Stoccolma-Bromma sistemiamo l’aereo per la notte. Non fa così freddo.

 

 

 
Il video del volo

 

 

Stoccolma si presenta addobbata a festa. Nel pieno del traffico serale raggiungiamo l'albergo in città vecchia, la Gamla Stad. La serata si svolge secondo i classici canoni dei flyout. Passeggiata e ottima cena in centro, poi pianificazione del giorno seguente in albergo.

 

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La città vecchia, Gamla Stad

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Il palazzo reale


Macintosh HD:Users:PC:Pictures:Libreria di iPhoto.photolibrary:Masters:2015:01:04:20150104-185211:Santa Claus Fly out 076.jpgRenne natalizie


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Il nostro albergo sul porto.

 

Stoccolma-Ivalo (EFIV)

Verso le nove del mattino albeggia a Stoccolma. Il tempo è coperto, le cime dei palazzi scompaiono nella copertura nuvolosa. Il volo odierno ci porterà direttamente nel nord della Lapponia e più precisamente ad Ivalo.
La Lapponia è una vasta regione geografica del nord Europa abitata dai Sami e distribuita nelle regioni settentrionali di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Ivalo si trova in Finlandia ed è servita da un aeroporto aperto tutto l’anno dove vi fa scalo la linea. La regione infatti è turistica, ed il paese di Saariselkä è noto per gli sport invernali.
Le previsioni meteorologiche annunciano tempo coperto, a tratti con precipitazioni nevose. La visibilità prevista è fino a 10 chilometri, ovviamente meno durante i rovesci di neve. Il nostro alternato, Rovaniemi, prevede occasionalmente nebbia.

Verso le undici siamo in aeroporto. Ci accompagnano direttamente all’aeroplano con l’auto dei pompieri. Chiediamo se non dobbiamo pagare le tasse aeroportuali. “Invieranno la fattura per posta” ci dicono. L’indirizzo però non ce l’hanno nemmeno chiesto …..

Il volo per superare le 600nm che ci separano da Ivalo durerà circa tre ore. Immediatamente dopo il decollo ci infiliamo in nuvola per uscirne pochi minuti dopo nel bello. Pochi minuti, ma sufficienti per mettere fuori uso la cinepresa esterna che avevamo istallato. La stessa infatti è già ricoperta di uno spesso strato di giaccio. Voliamo verso nord e dunque con il sole alle nostre spalle. Proviamo una sensazione strana. È mezzogiorno ma la luce è simile a quella del tardo pomeriggio alle nostre latitudini. Il sole si mantiene basso sull’orizzonte mentre attraversiamo il Mar Baltico. Quando raggiungiamo le coste finlandesi, un’ora più tardi, il sole è tramontato dietro di noi e in avanti è tutto buio. Dobbiamo credere all’orologio che ci indica le due del pomeriggio. Il tempo passa lento, l’ansia sale un poco, sia per il buio sia per l’avvicinamento che ci apprestiamo a compiere. Stiamo sorvolando Rovaniemi che riporta solo 300m di visibilità. Ivalo invece riporta otto chilometri con un overcast a 800 piedi. Siamo un po’ più tranquilli. Poi sorge anche la luna a rallegrare gli animi.
Intanto il nostro Silver Eagle viaggia come un orologio. Un aeroplano affidabile è la condizione prima e indispensabile per affrontare una simile trasferta. Sotto solo nubi e ancora nubi. Dalla nostra partenza in Ticino non abbiamo più visto il terreno o montagne o mare ma solo una compatta coltre nuvolosa.
Cominciamo a scendere, il vento soffia a 100mk/h ma sappiamo che sotto calerà, o almeno così dice il bollettino meteorologico. Dobbiamo percorrere un ampio sottovento verso nord per inserirci sull’ILS di pista 22. Entriamo in nube a 6000’ virando in base. Il vento contrario oltre i 100km/h. Comincia piovere. Lasciati i -23C della crociera ci troviamo ora a +4C. Continuiamo l’avvicinamento, stabilizzati sul localizer e scendiamo 2400’. Ancora acqua e tanto vento. Il torque è settato a 50% per contrastare il vento frontale. Passiamo il FAP e scendiamo sul glide. Torque sempre a 50% invece dell’abituale 30%. Il vento non accenna a calare. Siamo oramai vicini al terreno e l’avvicinamento si fa turbolento. La temperatura ritorna a scendere. Abbiamo attraversato l’inversione termica e ora siamo a 0C. Le gocce di pioggia impattando sull’aereo congelano. Sempre più velocemente. Dobbiamo attivare ripetutamente i boots per liberarci della pericolosa patina ghiacciata. È il fenomeno denominato “freezing rain” e molto temuto dai piloti. Finalmente il vento cala e schizziamo in avanti sul glide, ciò che ci costringe a ridurre il torque in flight idle. Poi scorgiamo i rassicuranti fari del PAPI emergere dalle tenebre. Ancora due minuti di rodeo e ci posiamo su di una pista innevata, prima con il carrello di sopravento, quindi con il ruotino anteriore ed infine con il carrello di sottovento facendo uso della tecnica dell’ala abbassata.
Appena spenta la turbina ci godiamo alcuni attimi di rilassamento in un’atmosfera surreale. Dobbiamo controllare nuovamente l’orologio per credere che siamo solamente a metà pomeriggio. Mentre riforniamo i cinque serbatoi con Jet A1 abbondantemente arricchito di antigelo, diamo un’occhiata all’aereo. Vi sono numerose incrostazioni di ghiaccio ma complessivamente il nostro P210 ha perfettamente superato la prova.


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Inutilizzabile la GoPro per il freddo e il ghiaccio

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Il sole tramonta alle nostre spalle. Sono solo le due del pomeriggio.

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Sorge la luna a farci compagnia

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Il tempo passa lento. Ripassiamo più volte la cartina di avvicinamento di Ivalo.

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Siamo a terra. Ci godiamo alcuni istanti di tranquillità

 

 


Il video del volo  

 

 

In autobus ci spostiamo da Ivalo verso Saariseltä dove trascorreremo la notte. L’autista evidentemente si trova a suo agio nel guidare sulle strade innevate ma, i 100 km/h che mantiene, ci sembrano onestamente eccessivi. Ci ritorna alla mente il detto secondo il quale il momento più pericoloso del volo è il trasferimento all’albergo in taxi!.
Passeggiamo per questa piccola cittadina. Le costruzioni sono tutte ad un piano, spesso in legno e distanti l’una dall’altra. Qui lo spazio non manca. Gli alberi sono carichi di neve. Sebbene vengano scossi violentemente dalle raffiche di vento non riescono a liberarsi della massa nevosa, come fossero decorazioni natalizie delle vetrine. Passeggiamo lungo uno dei numerosi sentieri nel bosco. Le luci del paese rischiarano il cammino anche se ci troviamo oramai ad un paio di chilometri dal centro abitato. Chissà se ci sono lupi o orsi. Il cielo è come sempre coperto, ma non nevica. Incontriamo qualche giapponese che si è appostato con treppiede e macchina fotografica nell’attesa, inutile, di immortalare l’aurora boreale. Il firmamento resterà bandito ai nostri occhi per tutta la notte.

 

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Davanti all’albergo dedicato a Santa Claus

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La foresta di abeti carichi di neve.

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A spasso per le vie cittadine.

 

Ivalo-Turku (EFTU)


La mattina trascorre veloce mentre pianifichiamo le prossime due giornate. Dobbiamo rientrare su Zurigo dove la Flight Maintenance eseguirà il controllo delle 50 ore. Dividiamo il tragitto in tre tappe. La prima tappa, quella odierna, ci dovrà portare nel sud della Finlandia. La capitale Helsinki sembra la logica meta. Essa è dotata di due aeroporti. Il maggiore, Vantaa, ci chiede 500 Euro di handling. Malmi, lo scalo dell’aviazione generale posizionato centralmente, è dotato di un avvicinamento di non precisione con una procedura finale a vista. Purtroppo le previsioni metereologiche per la giornata odierna e quella di domani sono decisamente peggiori delle minime a Malmi. Optiamo allora per Turku, una cittadina vicina alle coste del Baltico, a ovest di Helsinki. La scelta risulta azzeccata. L’aeroporto è a nostra disposizione. Il centro cittadino in verità è assai modesto ma riusciamo comunque a scovare un ottimo ristorante.

 

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In taxi verso l’aeroporto di Ivalo

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I mezzi sgombraneve non mancano.

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Togliamo le coperture alle ali e alla coda. Ci risparmiano lo sghiacciamento.

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In decollo riusciamo a scorgere il paesaggio  per pochi istanti

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Attraverseremo tutta la Finlandia fino a Turku.

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Rincorriamo verso sud il sole che non vuole levarsi sull’orizzonte. È mezzogiorno.

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Fa -40° fuori. Dobbiamo restare coperti in aeroplano.

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Il Baltico comincia a ghiacciare.

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In finale a Turku.

Turku-Varsavia (EPWA)

Seconda tappa di rientro. Davanti a noi la grande Polonia. Decidiamo di visitare Varsavia, nella nostra rincorsa alle capitali europee. Con Rocket Route organizziamo in un batter d’occhio lo slot obbligatorio. I costi previsti sono di 250 Euro. Li recupereremo in parte con una super offerta di Booking.com in un ottimo albergo cittadino.
Il diffuso anticiclone su tutta l’Europa centro orientale determina le condizioni meteo anche in Polonia. La significant chart è sgombra di fenomeni significativi oltre FL100, più sotto però ci sono nubi e nebbia. Il TAF prevede nebbia a Varsavia per tutto il giorno con visibilità al mattino inferiore ai 500m che dovrebbe migliorare nelle ore centrali della giornata. Scegliamo allora un alternato sicuro che troviamo però a oltre 150 miglia di distanza, a Danzica sul Baltico. Cominciamo ad ascoltare l’ATIS di Varsavia quando siamo ancora ad un’ora di volo dalla meta. Contrariamente al TAF la visibilità non sembra migliorare. Oscilla tra 300 metri e 1100 metri di RVR. Il ceiling è stabile a 250 piedi. Decidiamo di proseguire per l’avvicinamento poiché le riserve di cherosene sono abbondanti, sufficienti per almeno altre tre ore di volo. Quanto scendiamo sotto 10'000 piedi e veniamo rilasciati all’approach, apprendiamo dall’ATIS che sono in vigore le procedure di bassa visibilità e l’avvicinamento è di categoria II. La visibilità al momento è comunque superiore a 500m. Attraversiamo numerosi strati nuvolosi in discesa, l’ultimo a 2000’ quando scorgiamo ormai chiaramente il tappeto di nebbia più in basso sotto di noi. L’aria è assolutamente calma, l’aereo scende come sui i binari. Il setting degli strumenti viene controllato e ricontrollato quando, stabilizzati sull’ILS 11, penetriamo la nebbia. Poiché è in vigore la categoria II, la torre oltre ad informarci del vento riporta anche la visibilità momentanea, 800m. Gianmaria, che siede a destra, scorge per primo le luci di avvicinamento ancora prima della quota minima. Io, che in quel momento devo alzare lo sguardo e adattarmi alla luce esterna, impiego un attimo in più. Con le luci di avvicinamento ben in vista e a 100 piedi dal suolo disattivo l’autopilota giusto in tempo per arrotondare e posarmi nel primo terzo di pista. Le strutture aeroportuali si confondono nella nebbia. Con l’opzione safe taxi del Garmin 500 rulliamo comunque facilmente al parcheggio assegnato.

 

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A Turku l’aeroporto è tutto per noi

 

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Il centro cittadino è modesto.

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Per l’ennesima volta on top. Voliamo verso la Polonia.

 

Varsavia troviamo la nebbia

 

 


Il video del volo  

 

 

Varsavia è una grande città. La periferia è estesa e caratterizzata da numerosi palazzi di epoca comunista. Poi, in centro, i grattaceli di recente edificazione si alternano ai palazzi storici settecenteschi ed ottocenteschi. Molto bello infine il vecchio centro storico racchiuso dalla cinta muraria. Il centro, addobbato di ricche decorazioni natalizie, sembra un presepe.

 

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Per le vie del centro addobbate a festa

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Il palazzo presidenziale. Si ricorda la rivolta degli anni Settanta.

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Il palazzo reale

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Pattinaggio naturale in città vecchia

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Il palazzo della scienza e della cultura, relitto del comunismo.

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La giornata si chiude nella vinoteca dell’albergo con una Coca-Cola ……

Varsavia-Zurigo-Lugano

Il volo verso Zurigo si svolge senza problemi. Dopo il decollo a Varsavia veniamo ingoiati dalla nebbia in pochi istanti. L’avvicinamento a Zurigo è come sempre un po’ stressante perché il radar guida gli aeroplani lungo un Continuous Descent Approach fino sull’ILS, raccomandandoci di mantenere 160 kts di velocità indicata, cosa che di fatto rende inutilizzabile il nostro  autopilota e costringendoci quindi ad un avvicinamento tutto in manuale. Si viene però una volta di più ripagati in finale dalla splendida vista dell’aeroporto.
Il fido George ci attende al GAC settore 1, davanti all’hangar della Flight Maintenance. Mangiamo qualcosa al GAC ed è già ora di ritirare il nostro Silver Eagle dopo la manutenzione, come sempre con “zero squaks”.

 

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Il moderno terminal dell’aviazione generale

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Ancora nebbia al rientro il giorno seguente.

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Pista 14 a Kloten è sempre un bel vedere

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Siamo in buona compagnia

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L’officina della Flight Maintenance

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Il lussuoso GAC di Kloten.

Nel rientro a Lugano veniamo preceduti dal Saab della Darwin al quale dobbiamo giustamente cedere il passo. Atterreremo qualche minuto dopo di lui al calare della notte. Così si chiude un’altra splendida avventura di volo.

 

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Il Saab davanti a noi. Lo reincontreremo  a Lugano.

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Decollo come al solito dalla 28

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Attraversiamo le Alpi all’imbrunire

 

 

 

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